LA “BIBBIA THOMPSON”, UNA VIA “EVANGELICA” AL PAGANESIMO

Quando il pericolo è mortale e non viene contrastato, ma è anzi favorito, è necessario chiamare il male con il suo nome. Nelle note di Thompson alla Bibbia ci sono espressioni di disprezzo dell’Antico Testamento che assomigliano a bestemmie. Eppure quel cristiano di un secolo fa è stato onorato e le sue annotazioni sono apprezzate da molti, in una Bibbia pubblicata da un editore evangelico. Non sono a conoscenza di pubbliche azioni di contrasto, perciò lancio questo allarme, restando aperto alle precisazioni e ai rimproveri di chi intendesse farmeli. Per evitare alcuni possibili malintesi, preciso qualcosa sulla Parola di Dio e sulla Chiesa.

1.Le caratteristiche essenziali del popolo di Dio.

Pensavo che la caratteristica essenziale del vero “popolo di Dio” fosse la fedeltà dottrinale e morale. Israele è stato però sempre il popolo di Dio, anche quando la sua infedeltà è stata massima e Dio ha dovuto distruggere Gerusalemme. La conclusione mi è parsa inevitabile: il vero popolo di Dio è quello che conserva e trasmette la vera Parola di Dio scritta. Questo Israele lo ha sempre fatto, anche quando la sua predicazione e la sua condotta erano opposte alla Scrittura. Gesù ha espresso radicali critiche al popolo di Dio del suo tempo, ma mostrando sempre una piena fiducia nella Parola di Dio scritta che quel popolo aveva conservato.

Questo ci porta a considerare la seconda caratteristica essenziale del popolo di Dio: il fatto che Dio è in qualche modo presente nel suo mezzo e se ne cura. Dio fece distruggere il Tempio, dove c’era la sua presenza speciale, disperdendo il suo popolo fra le nazioni, ma dichiarò che sarebbe comunque rimasto in mezzo a loro, seguendolo nell’esilio (Ezechiele ).

La terza caratteristica essenziale è che nel popolo di Dio rimane sempre un “residuo”, cioè una minoranza che Dio può usare per un rinnovamento generale (Isa 6:13; Rom 11:1-5).

Quando Israele si divise in due regni, Dio si prese cura di ambedue, ma per lo sviluppo del suo progetto prese per base quello di Giuda, non quello di Samaria. A una discendente di quest’ultimo, Gesù precisò che «la salvezza viene dai Giudei», anche se essi avevano ormai raggiunto la stessa infedeltà dei Samaritani (Giovanni 4:21-22).

Quando applico i soprastanti schemi alla cristianità, mi sembra evidente che Dio abbia proseguito il suo progetto più con il cattolicesimo che con le chiese ortodosse, più con i protestanti che con i cattolici, più con gli evangelici che con le chiese protestanti nazionali. Ho trovato la Parola di Dio scritta in una chiesa cattolica, perciò la mia critica al cattolicesimo ha un limite. Mi hanno insegnato come “nascere di nuovo” e come stabilire un rapporto diretto con Dio in una chiesa evangelica, perciò mi definisco “evangelico” senza esitazione. Metto perciò in evidenza dall’interno questa infedeltà infiltratasi nel mondo evangelico, come un dovere verso fratelli rispetto ai quali non mi sento affatto superiore.

2.Salvati in Cristo anche senza conoscere l’Antico Testamento.

Il carceriere di Filippi chiese a Paolo che cosa doveva fare per essere salvato. Paolo lo invitò semplicemente a credere nel Signore Gesù, battezzandolo subito dopo (Atti 16:30-33). Nel messaggio ai filosofi di Atene (Atti 17:22-31) si dilungò in discorsi introduttivi, invitandoli alla fine a ravvedersi, perché un giorno Dio ci giudicherà «per mezzo dell’uomo ch’egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti». Gesù non è nemmeno chiamato per nome e non c’è nessun accenno alla sua ebraicità, né al suo essere il Figlio di Davide annunciato dai profeti. Dalle sue Lettere, però, si ricava che il nutrimento spirituale per i nuovi credenti veniva ricavato da Paolo attingendo dai Vangeli e dall’Antico Testamento. Se ne deduce che l’Antico Testamento è necessario per arrivare ad essere credenti maturi, ma lo Spirito Santo può condurci a fare cose straordinarie anche con una conoscenza iniziale di Gesù. Ignorare l’Antico Testamento è un conto, ma spesso i cristiani lo disprezzano e questa è tutt’altra cosa.

3.Il disprezzo “cristiano” dell’Antico Testamento può arrivare alla bestemmia.

Qualche tempo fa mi è capitato di avere sottomano la cosiddetta “Bibbia Thompson”, cioè una Bibbia nella quale sono inserite le spiegazioni del prof. Frank C. Thompson, un protestante definito grande conoscitore e predicatore della Parola di Dio. La prima edizione inglese è del 1908. In Italia è stata pubblicata nel 2006 da una casa editrice evangelica ed è stata accolta con onori. Ho l’edizione del 2012 e, nel foglio che precede il Vangelo di Matteo, c’è un confronto fra Antico e Nuovo Testamento che viene espresso con 17 differenze. Per me si tratta di una serie di falsità evidenti, che arrivano fino alla bestemmia e che non meritano di essere contrastate singolarmente. Ci limitiamo perciò a prenderne in esame solo alcune, riportate nella sottostante tabella.

 

N Antico Testamento Nuovo Testamento
1 Creatore (Gen 1:1) Redentore (Gal 3:13)
2 Schiavitù (Pro 5:22) Libertà (Rom 8:2)
3 Cerimonie rituali (Ebr 9:10) Esperienza interiore (Luca 24:32)
4 Tenebre spirituali (Sal 82:5) Luce del mondo (Giov 8:12)
5 Regno della morte (Gen 3:19) Vita eterna (Giov 5:24)

 

La tabella mostra un Nuovo Testamento in contrasto con l’Antico, ma è facile mostrare la debolezza delle citazioni portate a dimostrazione, cominciando dalle prime tre. Perché Dio è visto come Creatore anche nel Nuovo Testamento (Rom 1:20; Atti 14:15) ed è Redentore anche nell’Antico (Sal 78:35; Isa 63:16). L’Antico Testamento non è caratterizzato solo dalla schiavitù, ma anche dalla liberazione dalla schiavitù in Egitto. Il passo di Proverbi 5:22 recita: «L’empio sarà preso nelle proprie iniquità, tenuto stretto dalle funi del suo peccato». Ma il popolo di Dio non era fatto solo da empi e il libro dei Proverbi insegna proprio come non esserlo! Nel Nuovo Testamento non c’è la “cerimonia rituale” del battesimo? E i Salmi non fanno vedere l’esperienza interiore dei credenti prima della venuta di Gesù?

Sono però gli ultimi due contrasti che ho segnalato quelli più sconvolgenti. L’opera di Dio prima della nascita di Gesù era caratterizzata dalle «tenebre spirituali»? Tutto l’Antico Testamento è un «Regno della morte»? Compreso il regno di Davide e quello iniziale di Salomone? L’inadeguatezza delle citazioni messe a supporto si può vedere di nuovo riportando Salmo 82:5: «Essi non conoscono né comprendono nulla; camminano nelle tenebre». Dal contesto è chiaro che «Essi» si riferisce ai malvagi, ma tutto il libro dei Salmi è percorso dal contrasto fra gli empi e chi teme Dio, con il Salmo 1 che già delinea i due gruppi contrapposti.

Anche l’Antico Testamento è Parola di Dio e Dio era all’opera anche in quel tempo, perciò descriverlo in questi modi si configura come una bestemmia. Concepire un Nuovo Testamento in contrasto con l’Antico significa stravolgerne il senso. Gesù è nato, vissuto e morto da Giudeo. Un Gesù contrapposto all’Antico Testamento è un’invenzione umana che non corrisponde alla realtà. Assomiglia perciò a un idolo e chi lo concepisce in questi termini si avvia al paganesimo.

4.Avvisare i fratelli rinforzando l’amicizia.

Qualcuno comprensibilmente dirà: «Ecco l’inizio di una nuova disputa fratricida, come se fra noi evangelici non ce ne fossero già abbastanza». Riconosco di essere stato da giovane incline alla polemica e di dover vigilare anche ora che ho superato i settanta. Un paio di anni fa sono occasionalmente capitato in una chiesa. Vedendo uno che aveva la “Bibbia Thompson”, sono subito partito all’attacco, dicendogli che conteneva bestemmie. Vedendo il disorientamento del mio interlocutore, ho presto mollato la presa, tornando da lui dopo un po’ per chiedergli scusa.

A volte si cerca di migliorare la navigazione di una barca e si finisce con il farla affondare. Se roviniamo le relazioni con i fratelli, ciò che facciamo perde ogni utilità. Avrei dovuto dire: «Vedo che hai la “Bibbia Thompson”. La conosco poco, ma la pagina prima del Vangelo di Matteo mi sembra pericolosa». Lasciando all’interlocutore di decidere se, come e quando approfondire il problema. Perché dobbiamo esprimere una volontà di servizio, non di dominio. Nella chiesa che frequento da un decennio, continuo ad avere buone relazioni umane anche con chi ha vedute diverse e quando capita di confrontarci l’amicizia si rafforza.

Ci ho messo una vita a capirlo e a metterlo in pratica (con qualche eccezione). Spero perciò che altri possano fare un percorso simile, unendo la chiarezza nell’esprimere ciò che si pensa ad un modo che abbracci l’altro. Perché verità e amore devono andare insieme, ma 1 Corinzi 13 insegna anche che l’amore non solo deve avere il primato, ma deve permeare tutto il nostro fare.