L’Anticristo si porrà nel terzo Tempio?

Un’analisi su 2Tessalonicesi 2:4. Due pericoli: dogmaticità e letteralismo miope.

di Fernando De Angelis 

Durante il Convegno sull’Apocalisse (Chianciano, 1-2 ottobre 2016) mi è stato chiesto un parere su 2Tessalonicesi 2:4, dove viene citato il Tempio: ho dovuto ammettere che su quel passo non ci avevo riflettuto e perciò sono stato costretto a promettere una risposta in tempi successivi. Ho tardato perché pressato da altre urgenze: ora esprimerò il mio parere, ma in modo molto sintetico, per tre motivi: 1) un confronto serio sul contenuto della Bibbia ritengo che si possa fare solo partendo dalla Genesi; 2) dal giorno 1/11/2016 è presente sul sito un’analisi del discorso profetico di Gesù (Mat 24), nel quale si possono vedere i criteri che uso; 3) entro pochi giorni conto di iniziare a mettere sul sito un commento al Vangelo di Matteo, dove sarà necessario affrontare i modi di interpretazione delle profezie usati dagli apostoli.

Il testo che prendiamo in esame è il seguente: «Circa la venuta del Signore […] quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto di porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio» (2Tess 2:1-4).

Partiamo dalla convinzione che la Bibbia sia tutta Parola di Dio, perciò che le varie parti vadano interpretate in modo da non contrastare. Bisogna poi considerare: 1) che tutti i profeti, come Paolo, conoscevano bene i profeti precedenti; 2) che i migliori interpreti di un profeta sono quelli successivi. Per interpretare bene un profeta, allora, bisogna prima prendere visione delle profezie precedenti e poi di quelle successive.

Nel riassumere Ezechiele (“Riassunto dell’Antico Testamento”, La Pietra angolare, 2016, cap. 40/6/C), abbiamo concluso che la descrizione del nuovo Tempio che fa vada riferito al secondo Tempio, costruito dopo il ritorno da Babilonia e che è quello presente al tempo degli apostoli. Gesù parlò della distruzione del Tempio (Mat 24), ma non di una sua ricostruzione; mentre nella nuova Gerusalemme non ci sarà alcun Tempio (Apo 21:22). Da tutto ciò deduciamo che il terzo Tempio non è un progetto di Dio. Potrebbe essere invece costruito da quegli Ebrei che sembra abbiano già tutto pronto, ma quando fu Salomone a costruirlo, Dio lo gradì e la sua presenza entrò nel Tempio (1Re 8:10-11), uscendone poi al tempo di Ezechiele (Eze 10:18-19). Senza la presenza di Dio, qualsiasi Tempio è in realtà un idolo.

Un altro principio di cui tener conto è che i profeti hanno presenti soprattutto i loro interlocutori del momento, non tanto quelli che come noi avrebbero letto i loro scritti dopo secoli; bisogna poi considerare qual è l’obiettivo primario di una certa profezia. Al centro del soprastante passo di Paolo ci sono le istruzioni sull’Anticristo, non quelle sul Tempio; riteniamo perciò che Paolo, per farsi comprendere bene dai Tessalonicesi, abbia utilizzato la realtà presente in quel momento, senza che ciò implichi necessariamente che l’identica realtà sia presente alla venuta dell’Anticristo. Il Tempio nel quale l’Anticristo si siederà, perciò, penso che sia più simbolico che reale.

Come invito a non essere dogmatici, nell’interpretazione delle profezie, poniamoci davanti quella di Malachia che annuncia il ritorno di Elia (Malachia 4:5-6): gli scribi ne facevano un motivo sufficiente per non riconoscere in Gesù il Messia, cadendo vittime di un letteralismo miope. Gesù ne diede un’interpretazione che nessuno studio del testo poteva suggerire: pur riaffermando l’interpretazione letterale di una venuta di Elia, infatti, considerò che Giovanni Battista ne fosse stato già un primo adempimento (17:10-13), facendo poi vedere a tre apostoli un effettivo ritorno di Elia sulla Terra, anche se non per svolgere la funzione descritta in Malachia (Mat 17:3).

[Su questo argomento, vedere post del 13/1/18 “Israele, terzo tempio e settantesima settimana di Daniele”]