Quarto impero di Daniele: Grecia o Roma?

Domande a Fernando De Angelis e risposte

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Nel mio Riassunto dell’Antico Testamento ho espresso la convinzione che il quarto impero annunciato da Daniele sia rappresentato dalla Grecia e non da Roma. Qualcuno ha trovato che quanto ho espresso nelle Note al Vangelo di Matteo faccia implicitamente pensare al contrario. Ho suddiviso e sintetizzato le questioni postemi in quattro domande, alle quali do una risposta dopo aver fatto una Premessa.

 

1.Premessa.

2.Il quarto impero di Daniele è quello greco o quello romano?

3.Che rapporto c’è fra la visione di Daniele sui cinque imperi e quella sulle 70 settimane?

4.Come interpretare la settantesima settimana di Daniele?

5.Considerare come quarto impero quello greco, non è in contraddizione con la venuta di Cristo e la sua soppressione sotto quello romano?


 

1.Premessa.

L’interpretazione di un punto importante della Bibbia si connette inevitabilmente con quella di molti altri e il tutto si basa su determinati presupposti, espliciti o impliciti che siano. Accetto di dialogare su singoli aspetti solo brevemente, senza dilungarsi in “batti e ribatti”, perché dopo aver esposto le mie convinzioni in tre libri, ritengo che l’unico dialogo serio debba partire da ciò che ho espresso nel primo libro, che prende in esame la Bibbia a partire dalla Genesi. Le domande qui poste, per esempio, sono state affrontate nel Riassunto dell’AT (cap. 23 su Daniele), nella Struttura fondamentale dell’Apocalisse (cap. 1/3/C su Daniele e l’Apocalisse), mentre sul mio sito (www.fernandodeangelis.it) è presente un apposito lungo articolo sull’argomento (Il discorso profetico di Gesù alla luce di Geremia e Daniele). Cercherò ora di farmi comprendere da quelli che hanno una buona dimestichezza della Bibbia, invitando chi desidera maggiori chiarimenti ad andare alle fonti indicate.

 

2.Il quarto impero di Daniele è quello greco o quello romano?

Le varie profezie contenute nel libro di Daniele sono ordinato con il criterio dello “zoom”, che parte con una prima inquadratura panoramica (sogno di Nabucodonosor “della grande statua”, 2:32-45), a cui segue la visione “delle quattro bestie” (7:1-27) e poi quella “del montone e del capro” (8:1-26). È in queste tre visioni che si parla dei quattro imperi mondiali che precederanno il “regno dei santi”, visto perciò come “il quinto impero”: su di esse abbiamo compilato il sottostante schema, in modo da renderne più agevole la comprensione. Poi le profezie si concentreranno sul quarto impero, su Israele e su Gerusalemme, arrivando fino alla risurrezione dei morti «alla fine dei tempi», che sono le parole con le quali termina il libro.

 

visioni III impero IV impero V impero dei santi
1 Grande statua

2:32-45

Di bronzo, che dominerà sulla terra (v.39) Forte come il ferro…abbatte ogni cosa…ferro mescolato con argilla… in parte forte…e in parte fragile (vv.40-43) Regno di Dio per sempre (vv.44-45)
2 Quattro bestie

7:1-27

Leopardo…aveva 4 teste (v.6) Diverso da tutti gli altri… 10 re che emergeranno, poi un re anti Dio che vincerà i santi (vv.23-25) Figlio d’uomo … ogni nazione … eterno (v.14)
3 Montone e

capro 8:1-26

Un montone con 2 corna … nessuno poteva resistergli … diventò grande (vv.3-4). Rappresenta i re di Media e di Persia (v.20) Un capro che percorreva tutta la terra senza toccare il suolo, montone travolto, ma quando fu al culmine, il suo gran corno si spezzò, sostituito da 4 grandi corna. Da uno di essi uscì un piccolo corno che crebbe fino a raggiungere l’esercito del cielo. Sconvolse il santuario. La verità fu gettata a terra (vv.5-12). È il re di Grecia (v.21) … un re feroce che distruggerà il popolo dei santi. Sarà infranto senza intervento umano (vv.23-25) Poi il santuario sarà purificato (v.14)

 

È detto chiaramente che il terzo impero è quello persiano, mentre il quarto è quello greco… eppure valenti e devoti cristiani insistono che il quarto impero è quello di Roma… questo sì che è un mistero! Le tre descrizioni del terzo impero sono coerenti e adatte a quello persiano; pure le tre riguardanti il quarto impero sono coerenti e si adattano molto bene all’impero di Alessandro Magno, non a quello romano.

Il motivo per il quale molti cristiani arrivano ad una “interpretazione a rovescio” è che sono abituati ad un “metodo a rovescio”, cioè cominciano a leggere la Bibbia partendo dai Vangeli, che capiscono male perché non conoscono le lezioni di Dio precedenti. Poi studiano il modo di piegare l’Antico Testamento a quella loro errata comprensione. In questo caso, avendo constatato che il Messia è venuto dopo l’impero romano, ne deducono che quello romano deve essere il quarto impero, lanciandosi a volte arditamente in accostamenti con la storia moderna che vengono spacciati per sicuri, ma che durano al massimo pochi anni. Certo, la questione del rapporto fra impero romano e regno di Dio si pone e non vogliamo schivarla, affrontandola però con il “metodo cronologico”, cioè cercando di comprendere le rivelazioni di Dio secondo l’ordine che lui ha scelto, adattando le visoni successive e non quelle precedenti.

Il primo dei quattro imperi è detto essere quello babilonese di Nabucodonosor (2:38), mentre al secondo impero è data poca importanza (cfr. 2:39a; 7:5) e non viene detto da chi è rappresentato. A chi viene a trovarmi usando l’autostrada, indico a volte non solo il casello di uscita, ma anche quello precedente, in modo che si tenga pronto: forse anche Dio ha fatto così. Comunque, siccome credo che anche i silenzi della Bibbia sono ispirati, evito di interessarmi del secondo impero, che potrebbe essere quello dei medi (come precedente di quello medo-persiano) o qualsiasi altro.

La successiva visione di Daniele, quella delle “settanta settimane”, riguarda non quali imperi si succederanno, ma i tempi nei quali si realizzerà il piano di Dio e la vediamo subito sotto.

 

3.Che rapporto c’è fra la visione di Daniele sui quattro imperi e quella sulle 70 settimane?

In questa visione viene indicato un tempo di 70×7 = 490 anni, alla fine dei quali arriverà il regno di Dio (9:20-27). Sull’interpretazione delle prime 69 settimane c’è larga convergenza, mentre la settantesima settimana risulta enigmatica e così ognuno ci vede… quello che gli piace vederci. Non possiamo che rimandare al cap. 23/5 del Riassunto dell’AT, limitandoci qui a qualche breve considerazione.

“L’unto che sarà soppresso” è evidentemente Gesù e ciò è avvenuto sotto l’impero romano, non è però evidente che questa visione si mantenga nei limiti temporali delle visioni sui cinque imperi. Per esempio, Geremia descrive un ritorno da Babilonia dopo il quale non lascia intravedere problemi (Ger 29:10-14; 31:40), mentre poi in Ezechiele sono annunciate difficoltà transitorie (Eze 37:21-28; capp. 38-39) e in Zaccaria (10:8-10) una nuova dispersione! Credo perciò che le visioni dei cinque imperi si fermino all’inizio del quinto impero dei santi, dandone una descrizione riassuntiva, mentre la visione delle 70 settimane descriva certe difficoltà dopo l’avvento del quinto impero e perciò includente anche la prima parte dell’impero romano.

4.Come interpretare la settantesima settimana di Daniele?

L’argomento per me decisivo è però un altro, perché l’esame dell’Antico Testamento mi ha convinto che il compito principale di un profeta è quello di accompagnare il popolo di Dio fino al profeta successivo, che aggiorna le profezie precedenti, riorientando la visione del futuro. Tutti concordano che l’Antico Testamento non distingue fra prima e seconda venuta del Messia: come si fa, allora, a basarsi sull’Antico Testamento per sapere cosa succederà dopo l’arrivo del Messia? Credo che il compito di Daniele sia stato quello di condurre il popolo di Dio fino all’apparizione del profeta successivo (il Messia Gesù), è perciò scorretto il cercare di capire i tempi dopo il Messia partendo dalle profezie precedenti la venuta del Messia. Per capire i tempi dopo Gesù si deve andare ai suoi discorsi escatologici (compresi alla luce dei profeti precedenti) e poi a quelli dei profeti a lui successivi (Lettere degli apostoli e Apocalisse).

Per concludere rapidamente questo punto, trovo “fantasioso” frapporre una “sospensione del tempo” di almeno 2.000 anni fra le due parti della settantesima settimana: sarebbe come promettere il motorino ad un figlio adolescente entro sette mesi, per poi sospendere il conteggio del tempo, consegnandogli il motorino quando ha ormai 50 anni! Passati sette anni dalla crocifissione di Gesù, annunciata da Daniele nella settantesima settimana, era chiaro a Giovanni che quella ultima settimana non andava interpretata come letterale, ma come riassuntiva… e tale interpretazione applica nell’Apocalisse.

 

5.Considerare come quarto impero quello greco, non è in contraddizione con la venuta di Cristo e la sua soppressione sotto quello romano?

La risposta a questa domanda ne presuppone altre più o meno esplicite e che è bene chiarire. Chiediamoci, allora, se il regno di Dio è già venuto o deve venire, se l’impero romano è stato contro Dio o no. Nelle Note al Vangelo di Matteo che sto elaborando e mettendo sul mio sito, ho espresso ed esprimerò la convinzione che il regno dei cieli è venuto perché è venuto il re (Gesù), il quale ha piantato un seme del regno che crescerà in modo inarrestabile, con la sua piena realizzazione che si avrà alla fine dei tempi.

Gesù considerava Roma in modo analogo a come Geremia aveva considerato Babilonia: uno strumento di Dio per punire un popolo divenuto corrotto e per custodirne un residuo ubbidiente. Non sto a spiegarne i motivi, rimandando a quanto scritto nel mio libro sull’Apocalisse (cap. 12, par 1/B e 2/C). Ne è comunque una chiara dimostrazione il cittadino romano Paolo (Atti 22:27-28), che scampò dalla volontà omicida di una maggioranza del popolo di Dio ormai fuori binario, appellandosi a Cesare (Atti 23:12; 25:11). Sul rapporto fra Roma e il cristianesimo le questioni che si pongono sono molte e molto complesse, ma sul piano storico è fuor di dubbio che il cristianesimo, fuori dall’impero romano, sia cresciuto meno e peggio. Anche per questo, è difficile considerare quello romano come il quarto impero di Daniele, che esprime il massimo della malvagità, attribuibile invece a quel ramo dell’impero greco rappresentato da Antioco IV Epifane, che si pose esplicitamente contro il popolo di Israele e contro il Dio di Israele.

Fatte queste premesse, la risposta diviene conseguente e più comprensibile: non credo che il regno di Dio annunciato da Daniele sia venuto (o verrà) dopo l’impero romano, ma credo che sia venuto nell’impero romano, dopo le varie ramificazioni di quello greco. Certo, non subito dopo la fine di quello greco, ma comunque entro quei circa cinque secoli indicati dalla profezia delle settanta settimane.